Rimborso per Windows: funziona anche in Italia
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Windows 95/98/98SE |
Qualora l'utente non intenda aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Licensing, Inc. ("MS") non sono disposti a concedere il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso, l'utente è tenuto ad astenersi dall'usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto non utilizzato a fronte del relativo rimborso del prezzo. |
Windows ME (versione 4.90.3000) |
Qualora l'utente non accetti le condizioni del presente Contratto, non dovrà installare o utilizzare il PRODOTTO SOFTWARE, e POTRA' RESTITUIRE PRONTAMENTE AL RIVENDITORE IL CONTRATTO STESSO E IL PRODOTTO SOFTWARE CON I RELATIVI DOCUMENTI E MATERIALI. In tale ipotesi, qualora al momento dell'acquisto il Rivenditore abbia emesso fattura, l'utente potrà ottenere il rimborso del prezzo. Diversamente l'utente potrà ottenere la sostituzione del PRODOTTO SOFTWARE con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo. |
Windows XP Home e Windows 2000 Professional |
QUALORA L'UTENTE NON ACCETTI I TERMINI E LE CONDIZIONI DEL PRESENTE CONTRATTO, ALLORA NON POTRÀ INSTALLARE, COPIARE O UTILIZZARE IL PRODOTTO E DOVRÀ RESTITUIRLO PRONTAMENTE AL RIVENDITORE. IN TALE IPOTESI, QUALORA AL MOMENTO DELL'ACQUISTO IL RIVENDITORE ABBIA EMESSO FATTURA, L'UTENTE POTRÀ OTTENERE IL RIMBORSO DEL PREZZO. DIVERSAMENTE L'UTENTE POTRÀ OTTENERE LA SOSTITUZIONE DEL PRODOTTO SOFTWARE CON ALTRO PRODOTTO DI PARI PREZZO O UN BUONO PER IL FUTURO ACQUISTO DI UN ALTRO PRODOTTO DI PARI PREZZO. |
Windows NT 4 Workstation |
Installando, copiando o utilizzando in altro modo il PRODOTTO SOFTWARE, l’utente accetta di essere vincolato dalle condizioni del presente Contratto. Se l’utente non intendesse aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Corporation ("Microsoft") non sono disposti a concedere all’utente il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso l’utente è tenuto ad astenersi dall’usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per la restituzione del prodotto o dei prodotti non utilizzati per un totale rimborso. |
Note: Non tutte le licenze sono identiche. Verificate la licenza del vostro specifico computer. La clausola di Windows XP è scritta tutta in maiuscolo anche nell'originale, mentre il resto del contratto è in minuscolo. Attenzione: alcuni lettori mi hanno segnalato che le loro licenze hanno diciture differenti e alcune non contemplano il rimborso:
Ringrazio Zane, Zefiro, Fbelli e altri che non desiderano essere nominati per aver fornito i testi delle licenze. I testi integrali delle licenze di Windows XP che ho ricevuto da vari lettori sono reperibili qui: |
Il contratto di licenza, furbamente, è all'interno del computer. Questo significa che salvo qualche acrobazia è normalmente necessario acquistare il prodotto (computer + sistema operativo) prima di poter conoscere il contenuto del contratto che lo regola. L'ingiustizia di questa situazione non richiede commenti.
Se andate in negozio, potete fare quello che ho fatto io: chiedere al negoziante di vedere il contratto di licenza del Windows presente sul computer che vi accingete a comperare. Se il negoziante obietta “ma il contratto è dentro il computer, non pretenderà mica che le apra la confezione, lo monti e lo accenda solo per farle vedere la licenza, col rischio che poi magari lei non me lo compra?”, ribattete “e non pretenderà mica che io acquisti un apparecchio senza poterne leggere la licenza d'uso?”.
Questo in genere produce un'espressione di vacuo smarrimento nel venditore. A questo punto potete scegliere fra:
girare i tacchi e andare altrove
accontentarvi di vedere il contratto presente in un computer (identico, mi raccomando) in esposizione nel punto vendita.
Se scegliete la seconda strada, usate la funzione di ricerca file di Windows (di solito Start > Trova > File o Cartelle) per trovare un file che si chiama eula.txt. Attenzione, potrebbero essercene varie versioni nel computer (una per ciascun software preinstallato). Assicuratevi di aprire (con il Blocco Note) il file eula.txt che parla di Windows.
E' in questo file che dovete cercare la clausola di rimborso.
Windows è rimborsabile, a prescindere dalla versione, soltanto se non lo avete mai usato e non avete cliccato sul pulsante "Accetto" durante il primo avvio del computer (e naturalmente se è presente la clausola di rimborso citata sopra). In tal caso, il rimborso è un vostro diritto legale.
Se avete installato e/o usato Windows anche soltanto una volta su quel computer, avete accettato la licenza e quindi avete rinunciato alla possibilità di rimborso per quella licenza di Windows. Per "installato" non si intende la preinstallazione, ma la configurazione che avviene dopo aver cliccato sul pulsante "Accetto".
In altre parole, non potete usare Windows per qualche giorno o qualche settimana e poi chiederne il rimborso. O subito, o niente.
E prima che vi venga il dubbio, questo non è un metodo per piratare Windows. Sono contrario alla pirateria software e non desidero affatto incoraggiarla. Rivendico soltanto il diritto del consumatore onesto di restituire un Windows che non gli serve, se previsto dalla licenza.
Le clausole di rimborso, quando ci sono, non sono uguali in tutte le versioni di Windows; occorre quindi fare attenzione per evitare di richiedere il rimborso alla società sbagliata. Leggete bene la vostra licenza, ma la norma generale è questa:
Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation: il contratto dovrebbe intimare di contattare prontamente "il produttore". Attenzione: il "produttore" non è Microsoft. Un'altra clausola del contratto, infatti, specifica che "il Produttore" è il produttore del computer, non quello di Windows. Quindi dovete chiedere il rimborso al produttore, non al rivenditore o a Microsoft.
Windows ME: il contratto dovrebbe menzionare "il Rivenditore" a proposito del rimborso, quindi è lui che dovete contattare.
Windows XP e 2000: come per Windows ME, anche qui il contratto dovrebbe citare "il Rivenditore" a proposito del rimborso, quindi è lui che dovete contattare.
Una pignoleria: il contratto di Windows ME e XP, a dire il vero, non specifica in modo assolutamente non ambiguo chi debba provvedere materialmente al rimborso. Tuttavia, dato che cita il Rivenditore e la sua fattura nella stessa frase in cui parla di rimborso del prezzo, è ragionevole presumere che sia il Rivenditore a dover provvedere al rimborso. Del resto, voi non avete comperato Windows da Microsoft, ma dal Rivenditore, quindi è abbastanza logico che sia quest'ultimo a doverlo rimborsare.
Pignoleria a parte, nel caso specifico di Windows XP, questa interpretazione mi è stata confermata personalmente dal Servizio Clienti di Microsoft Italia (a novembre 2001), che ha specificato non soltanto che è il rivenditore a dover rimborsare il cliente (voi), ma che il rivenditore ha poi la facoltà di rivalersi sul distributore, che a sua volta si rivarrà su Microsoft.
In altre parole, il rivenditore non ci rimette un soldo, quindi non credetegli quando vi dirà che ci rimette di tasca propria. Se vuole vendere, acconsentirà; altrimenti potete sempre andare altrove.
Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation: il testo del contratto specifica che se non accettate le condizioni del contratto, dovete contattare il Produttore per chiedere come restituire il prodotto a fronte del relativo rimborso; è un obbligo.
Windows ME: non siete più obbligati a contattare il rivenditore o il produttore: è facoltativo.
Windows XP e 2000: ritorna l'obbligo: siete obbligati a restituire il prodotto, come in 95/98/98SE, ma stavolta al rivenditore.
Attenzione a questa clausola di prepotenza: nei contratti che ho visto io, se decidete di non installare Windows 95/98/98SE o Windows XP/2000, siete legalmente obbligati a contattare rispettivamente il produttore o il rivenditore e avvisarlo. Questo è un vostro obbligo anche se non chiedete il rimborso.
In altre parole, se non usate Windows sul vostro computer, Microsoft lo vuole sapere e vi obbliga a dirglielo. Un atteggiamento che non richiede commenti.
Un'altra particolarità delle licenze di Windows ME e XP/2000 (ma non di Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) è il requisito di una fattura ("qualora al momento dell'acquisto il Rivenditore abbia emesso fattura..."). Stando alle versioni che ho esaminato io di queste licenze, se non avete una fattura, non avete diritto al rimborso.
Ma come, uno scontrino di vendita non è sufficiente? Eppure lo scontrino è un documento fiscale a tutti gli effetti. Questa specificazione potrebbe essere illegale, e fra l'altro è presente soltanto nella versione italiana della licenza (in quella USA non c'è). Nel dubbio, tuttavia, vi conviene richiedere una fattura anziché un semplice scontrino.
Un'altra differenza importante è che nei contratti per Windows ME e XP/2000 che ho avuto modo di esaminare viene prevista esplicitamente la possibilità di sostituire Windows con altro prodotto di pari prezzo o con un buono per acquistare in seguito un altro prodotto di pari prezzo. La licenza di Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation non parla di buoni, ma comunque leggete bene il vostro contratto specifico. Ad esempio, potreste farvi scontare il prezzo di Windows dalla fattura, oppure farvi dare un buono per comperare un altro programma o un accessorio per il computer.
Le versioni più recenti di Windows vengono distribuite con delle "misure antipirateria" (che in realtà non contrastano affatto la duplicazione abusiva) che comprendono l'applicazione di un adesivo al corpo del computer. L'adesivo si strappa in mille pezzetti se si cerca di rimuoverlo, reca il numero del certificato di licenza di Windows ed è dotato a sua volta di misure anticontraffazione (fili metallici, ologrammi, stampa policroma e simili).
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Il "bollino" (o Certificato di Licenza)
di un mio portatile Acer. |
Una vista più ravvicinata del "bollino". |
Spesso questo adesivo viene applicato al computer (specialmente nel caso dei portatili) direttamente in fabbrica, per cui l'acquirente non ha modo di impedirne l'applicazione. Molti rivenditori usano questo stato di cose come scusa per non rimborsare Windows. La teoria è questa: siccome l'adesivo non è rimovibile senza rovinarlo, non è possibile riusarlo su un altro computer. Questo significherebbe, a loro dire, che la licenza di quella copia di Windows è perduta anche se l'acquirente la rifiuta. Di conseguenza, argomentano i rivenditori, rimborsare gli utenti si traduce in una perdita secca per loro o per Microsoft.
E' un'argomentazione furba, che però non sta in piedi se la si esamina attentamente. La cosa fondamentale è che se il contratto di licenza prevede il rimborso, avete diritto al rimborso. Non importa se Microsoft applica al computer bollini, adesivi, sigilli in ceralacca o ciocche di capelli col DNA di Bill Gates. Si fa quello che c'è scritto nel contratto di licenza. Se poi Microsoft ci rimette un bollino, sono, per dirla schiettamente, soltanto cavoli suoi.
In secondo luogo, se non accettate la licenza, non avete comunque il diritto legale di usare Windows anche se il bollino rimane appiccicato al computer. Quindi il fatto che il bollino rimanga o meno sul computer non vi autorizza a installare un'altra copia di Windows e non preclude assolutamente il rimborso.
Inoltre il contratto di licenza non prevede la restituzione del bollino adesivo. Per cui l'adesivo può restare al suo posto sul computer. Anzi: diffidate chiunque dal tentare di rimuoverlo, perché potrebbe danneggiare la carrozzeria del computer nel farlo (il computer non si romperà, ma il danno estetico lo deprezzerà parecchio se lo rivendete e comunque è brutto da vedere).
Da un lettore ho
ricevuto inoltre questo commento molto interessante (le evidenziazioni
in grassetto sono opera mia):
"riguardo alla validità legale dell'adesivo applicato sulla carrozzeria dei computer e del certificato di licenza Microsoft. Quanto le scrivo mi è stato riferito da un docente di un corso di formazione professionale a cui ho partecipato da ottobre del 2000 a marzo del 2001. Il certificato di licenza Microsoft, ha affermato questo docente (un sistemista Windows NT/2000), ha valore per la legge americana. Per la legge italiana, il certificato è buono per farci un quadretto, e l'unica cosa che ha valore legale è la fattura, nella quale deve essere specificato il sistema operativo acquistato. Mi immagino che questo ragionamento sia valido anche per il bollino applicato sui computer. Quindi, sempre che la legge stia effettivamente così, i venditori di PC non devono lamentarsi di un eventuale danno per la perdita del bollino, che di fatto sarebbe soltanto una decorazione applicata sul computer."
Bene: ora sapete come stanno i fatti dal punto di vista legale. Ora vediamo come si trasformano questi fatti legali in risultati concreti.
AVVERTENZA: Questo non è un trucco per frodare Microsoft usando a scrocco i suoi programmi; non è nemmeno una forma di protesta contro la qualità dei prodotti Microsoft o contro il suo monopolio di fatto. E' semplicemente un metodo legale per difendere i propri diritti, e vale soltanto per gli utenti onesti che effettivamente non usano il Windows che si trovano preinstallato ogni volta che comprano un computer. |
Non complicatevi inutilmente la vita. Se potete, risolvete la questione acquistando direttamente il computer senza Windows. Al momento dell'acquisto, chiedete se esiste la possibilità di avere il PC senza Windows o con altri sistemi operativi. Alcuni rivenditori la prevedono, ma non la offrono se non gliela chiedete esplicitamente. Altri hanno già pronto un doppio listino prezzi (con e senza Windows), che però non vi mostreranno se non glielo chiedete insistentemente.
Se acquistate il PC in un negozio e non vi viene offerta la possibilità
di acquistare il PC senza Windows, chiedete subito se il negoziante
è pronto a provvedere al rimborso, qualora previsto dalla licenza, e
se è disposto a farvi vedere la licenza del computer che vorreste acquistare.
Se si rifiuta, andate altrove (magari dopo avergli spiegato perché).
Non abbiate timore o imbarazzo: è il negoziante che si sta comportando in modo irregolare, non voi. State semplicemente facendo valere il vostro sacrosanto diritto.
A novembre 2001 ho stilato una lista di produttori e rivenditori
di computer che ho contattato per sapere se sono in grado di provvedere
al rimborso di Windows (in questo caso Windows XP) o, meglio ancora,
di vendere computer senza sistema operativo.
La vecchia lista ha ormai soltanto valore storico, per cui l'ho parcheggiata
in una pagina a parte.
La situazione attuale (aprile 2005)
è ancora difficile, ma non come
allora: ora in Italia c'è almeno un rivenditore che offre anche
notebook privi di sistema operativo.
Purtroppo non ho né il tempo né le risorse
per ripetere periodicamente il sondaggio, per cui conto
sulle segnalazioni di rivenditori e utenti (da mandare a
topone@pobox.com)
per tenere aggiornata questa sezione. Prima
di prendere una decisione, verificate personalmente che quanto indicato
qui sia ancora valido. Nessuna delle aziende citate ha pagato
per essere citata. Le informazioni sono riportate così come fornite
dai lettori che le hanno segnalate.
Offrono PC senza Windows
Offrono rimborso
Non offrono nulla e/o restano sul vago
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Insomma, è assai probabile che vi troviate costretti ad acquistare un PC con Windows preinstallato e poi tentare l'ardua strada del rimborso. In tal caso, soprattutto se trovate preinstallato Windows ME o XP, fatevi rilasciare fattura anziché lo scontrino, in modo da essere assolutamente in regola con il contratto di licenza.
Se dunque la prevenzione è impossibile, procedete come segue.
Dovete rifiutare le condizioni di contratto alla prima accensione del computer appena acquistato, preferibilmente il giorno stesso dell'acquisto, cliccando sul pulsante Rifiuto (o Non accetto). Se cliccate sul pulsante Accetto, è formalmente troppo tardi.
Leggete attentamente le condizioni di contratto che compaiono sullo schermo e verificate che contengano la clausola di rimborso: è la chiave per ottenere il rimborso. Ogni tanto Microsoft cambia il contratto, per cui fate molta attenzione.
Dovete inoltre cancellare definitivamente dal disco rigido tutti i file richiesti dalla preinstallazione di Windows, senza farne copie. Gli unici file che in alcuni casi potete legittimamente tenere in copia sono quelli dei driver specifici per le vostre periferiche (scheda audio, lettore CD/DVD, monitor eccetera), ma soltanto se i driver sono forniti dal produttore del computer e non da Microsoft (leggete le informazioni di copyright incluse in ciascun driver).
Dato che spesso è difficilissimo distinguere quali file appartengono a Microsoft e quali no, la strategia più prudente è formattare il disco rigido. I driver sono comunque quasi sempre scaricabili gratuitamente dai siti Internet dei produttori.
Tenete presso di voi il CD di Windows fornito insieme al computer, la relativa licenza e i manuali. Se sono sigillati, non apriteli. Non restituiteli, per ora.
A questo punto potete installare sul vostro computer il sistema operativo che vi pare. Non occorre attendere la risoluzione della vicenda.
Prendete carta e penna e scrivete al produttore o al rivenditore (secondo quanto indicato nel testo della vostra licenza) del vostro computer (ebbene sì, gli scrivete anche se andate di persona in negozio; è fondamentale avere una traccia scritta). Non scrivete a Microsoft Italia. Nella letterina, esponete i fatti secondo questa falsariga:
Windows 95/98/98SE |
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello .., numero di serie ... Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di rifiutare le condizioni del contratto stesso. Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Qualora l'utente non intenda aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Licensing, Inc. ("MS") non sono disposti a concedere il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso, l'utente è tenuto ad astenersi dall'usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto non utilizzato a fronte del relativo rimborso del prezzo." In ossequio a tale clausola, con la presente adempio l'obbligo di contattarVi (essendo Voi il Produttore citato nel Contratto) e richiedo informazioni su come restituire il prodotto non utilizzato e sulle modalità di rimborso. In particolare richiedo informazioni sull'ammontare del rimborso. |
Windows ME |
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello .., numero di serie .. Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di non accettare le condizioni del contratto stesso. Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Qualora l'utente non accetti le condizioni del presente Contratto, non dovrà installare o utilizzare il PRODOTTO SOFTWARE, e POTRA' RESTITUIRE PRONTAMENTE AL RIVENDITORE IL CONTRATTO STESSO E IL PRODOTTO SOFTWARE CON I RELATIVI DOCUMENTI E MATERIALI. In tale ipotesi, qualora al momento dell'acquisto il Rivenditore abbia emesso fattura, l'utente potrà ottenere il rimborso del prezzo. Diversamente l'utente potrà ottenere la sostituzione del PRODOTTO SOFTWARE con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo." In ossequio a tale clausola, con la presente esercito la facoltà di contattarVi (essendo Voi il Rivenditore citato nel Contratto) per restituire il prodotto non utilizzato e ottenere il relativo rimborso. In particolare richiedo informazioni sulle modalità e sull'ammontare del rimborso. |
Windows XP/2000 |
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello ..., numero di serie ... Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di non accettare le condizioni del contratto stesso. Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Qualora l'utente non accetti i termini e le condizioni del presente contratto, allora non potrà installare, copiare o utilizzare il prodotto e dovrà restituirlo prontamente al produttore. In tale ipotesi, qualora al momento dell'acquisto il rivenditore abbia emesso fattura, l'utente potrà ottenere il rimborso del prezzo. Diversamente l'utente potrà ottenere la sostituzione del prodotto software con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo." In ossequio a tale clausola, con la presente esercito la facoltà di contattarVi (essendo Voi il Rivenditore citato nel Contratto) per adempiere l'obbligo di restituire prontamente il prodotto non utilizzato e ottenere il relativo rimborso. In particolare richiedo informazioni sulle modalità e sull'ammontare del rimborso. |
Windows NT 4 Workstation |
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello ..., numero di serie ... Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di non accettare le condizioni del contratto stesso. Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Se l’utente non intendesse aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Corporation ("Microsoft") non sono disposti a concedere all’utente il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso l’utente è tenuto ad astenersi dall’usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per la restituzione del prodotto o dei prodotti non utilizzati per un totale rimborso." In ossequio a tale clausola, con la presente adempio l'obbligo di contattarVi (essendo Voi il Produttore citato nel Contratto) e richiedo informazioni su come restituire il prodotto non utilizzato e sulle modalità di rimborso. In particolare richiedo informazioni sull'ammontare del rimborso. |
Naturalmente, citate il testo esatto della vostra licenza, che potrebbe essere leggermente diverso da quello presentato qui.
Poi preparatevi alla battaglia.
E' probabile che la vostra lettera verrà ignorata. In tal caso provate a sentire telefonicamente il servizio clienti del produttore (Windows 95/98/98SE) o della catena a cui appartiene il vostro rivenditore (Windows ME/XP/2000) e fate valere i vostri diritti. Non stupitevi se gli addetti cadono dalle nuvole.
Le obiezioni più probabili che vi faranno per cercare di svicolare dal contratto sono queste, con le relative risposte:
Non esiste alcuna possibilità
di rimborso per Windows.
Il vostro contratto dice esplicitamente il contrario. Le devo
rileggere la clausola?
Ma lei quando ha acquistato il
PC sapeva che c'era Windows preinstallato, perché adesso si lamenta?
Certo che sapevo che c'era Windows preinstallato. Ho anche chiesto
se si poteva avere il vostro PC senza Windows, ma mi è stato detto
di no. Ma ho accettato lo stesso proprio perché sapevo della clausola
di rimborso prevista dal contratto di licenza di Windows e presumevo
che avreste tenuto fede ai vostri impegni scritti. Siete un'azienda
seria, no?
Il contratto non l'abbiamo scritto
noi, l'ha scritto Microsoft.
E allora? Non mi interessa chi l'ha scritto: mi interessa chi l'ha
firmato, cioè voi come Produttore (Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation)
o Rivenditore (Windows ME, XP, 2000). Se siete così furbi da accettare
passivamente quello che impone Microsoft, il problema è vostro e
non mio. Esigo il rispetto del contratto.
Lei è il primo che ce lo chiede,
non sappiamo come fare.
Ingegnatevi. La clausola è nel vostro contratto, sta
a voi trovare la maniera di rispettarlo. O preferite una denuncia
per violazione di contratto? E poi non è vero che sono il primo:
Paolo Attivissimo l'ha già fatto anni fa, come descritto nel suo
articolo su Apogeonline
e sul suo sito Web http://www.attivissimo.net.
Anche altri utenti lo hanno fatto, come descritto sempre sullo stesso
sito.
Guardi, so che all'estero si
fa questa cosa, ma in Italia non è ammesso.
Mi sta dicendo allora che il vostro contratto contiene una clausola
illegale? Interessante. E' disposto a dichiararmelo per iscritto?
E comunque, tanto per dirne una, il Paolo Attivissimo di cui sopra
ha chiesto il rimborso e l'ha ottenuto dalla Acer Italia ad agosto
del 1999. Se la legge italiana vale per Acer, vale anche per voi.
Vuole che le mandi una copia dell'articolo di Attivissimo che spiega
tutto?
Il Produttore/Rivenditore non
siamo noi, è Microsoft.
Non è vero. Leggetevi bene il contratto e non cercate di confondere
le acque.
Windows è un prodotto Microsoft,
si rivolga a loro.
Windows sarà anche un prodotto Microsoft, ma:
Windows 95, 98, 98SE, NT4 Workstation: Il contratto dice testualmente "l'utente è tenuto… a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto". Devo quindi contattare "Il Produttore", non Microsoft. Inoltre il manuale di Windows fornito insieme al PC dice chiaramente: "Per il supporto tecnico al prodotto software rivolgersi alla casa produttrice del PC acquistato…Per informazioni sul supporto tecnico contattare la casa produttrice del proprio PC."
Windows ME: Non ho acquistato Windows da Microsoft: l'ho acquistato da voi. Siete voi il mio fornitore, non Microsoft. Microsoft è, in questo caso, un vostro subfornitore. Il mio contratto di acquisto è con voi, non con Microsoft, quindi non tiriamo in ballo chi non c'entra. Del resto, se compro una Fiat e scopro che ha un difetto sulle gomme, mica mi dicono di chiamare la Pirelli, non le pare?
Windows XP e 2000: Il contratto dice testualmente "dovrà restituirlo prontamente al produttore". Devo quindi contattare "Il Produttore", non Microsoft.
Sì, lo so che c'è scritto così,
ma non è necessario rispettare la clausola.
Davvero? E da quando una delle parti di un contratto si può
permettere di decidere unilateralmente quali condizioni rispettare
e quali no? Sapete che questo è un comportamento sanzionato dalla
legge? E se io, per analogia, decidessi senza il vostro consenso
che non mi va di rispettare la condizione contrattuale che vieta
la duplicazione o il disassemblaggio, come la prendereste? Non menate
il can per l'aia e non cercate di svicolare dalle vostre responsabilità.
Windows è parte integrante del computer: il computer non
funziona senza Windows, e quindi Windows non può essere oggetto
di rimborso.
Non è vero. Il vostro computer funziona anche senza il Windows che
insistete a volermi fornire: basta installarvi un altro sistema
operativo, che può essere Linux, BeOS o anche un altro Windows di
cui ho già regolare licenza.
E comunque se io voglio comperare un computer e usarlo come fermaporte
sono assolutamente fatti miei.
Inoltre, a differenza, che so, del disco rigido, il
software offerto insieme al PC è oggetto di un suo specifico contratto
di licenza,
separato da quello di acquisto
dell'hardware. Questo contratto specifica l'opzione di accettare
o non accettare le condizioni; solo accettandole si può installare
quel Windows.
Insomma, mi viene data la facoltà di scegliere; e per di più, se
si tratta di Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation, se scelgo di
non accettare, devo "prontamente" contattare il Produttore
(voi, insomma); per Windows XP e 2000, devo restituire il
prodotto "prontamente".
Ebbene, io ho scelto di non accettare le condizioni del contratto.
Quindi devo fare quello che c'è scritto nel contratto. Sto
seguendo le vostre istruzioni in tal senso. Adesso non potete dirmi
che non è vero quello che c'è scritto nel contratto. Il contratto
l'avete accettato e sottoscritto voi, mica io. Io lo sto rifiutando!
In Italia è illegale vendere un computer senza sistema operativo.
Davvero? E in base a quale legge? Voglio gli estremi di questa
legge, ammesso che esista, e ho forti dubbi, visto che varie aziende
invece vendono i propri computer senza sistema operativo.
L'adesivo del certificato di licenza di Windows è incollato
al computer e non si può rimuovere senza distruggerlo, per cui se
le sconto Windows perdo quella licenza.
Davvero? A me non interessa; è un problema vostro. Ne parli
con Microsoft, non con me. Io ho il
diritto, sancito dal contratto di licenza, di rifiutare Windows
e avere un rimborso, adesivo o non adesivo. L'esistenza di un adesivo
è un dettaglio che proprio non mi riguarda. E non pensiate nemmeno
di asportare l'adesivo, perché se mi danneggiate la carrozzeria
del computer vi cito per danni.
Mi raccomando: fatevi sempre dare nome, cognome, qualifica e numero di telefono diretto della persona con la quale parlate. Anche se le parlate faccia a faccia.
Se non ottenete risposta, scrivete ancora, con raccomandata con ricevuta di ritorno, minacciando azione legale per palese violazione del contratto da parte del produttore del PC (per Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) o del rivenditore del PC (per Windows ME o XP), e dite loro che non comprerete mai più un loro computer e che racconterete a tutti che la loro azienda calpesta i diritti dei consumatori.
Ricordate loro che potete sempre rivolgervi a un giudice conciliatore, che a voi non costa nulla. Telefonate, faxate, fateli diventare matti. Stanno violando la legge e calpestando i vostri diritti, per cui non sentitevi in colpa: sono loro che hanno torto. Non commuovetevi e non desistete: contano di battervi per sfinimento.
Alla fine vedrete che capitoleranno. Difficilmente sarà necessario
avviare una causa o rivolgersi al giudice conciliatore: di solito basta
la minaccia, dato che la perdita di tempo e i costi di un'azione legale
supererebbero ampiamente il valore del rimborso. Alcuni lettori, però,
riferiscono di rivenditori/produttori talmente cocciuti da spendere
migliaia di euro pur di non riconoscere il diritto del consumatore.
Se poi siete un cliente aziendale, la minaccia di non comperare più nulla da loro è sorprendentemente persuasiva.
Quando ottenete il vostro legittimo rimborso, rispedite al produttore (per Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) o al rivenditore (per Windows ME, XP, 2000) i manuali, il CD di Windows e la licenza di Windows con raccomandata con ricevuta di ritorno all'indirizzo concordato con il produttore o rivenditore, rispettivamente, del vostro computer.
Non rimuovete l'adesivo del Certificato di Autenticità dal PC: se insistono che lo togliate, dite loro che non potete farlo senza danneggiare il computer. Tanto, adesivo o non adesivo, una volta rifiutato il contratto di licenza non avete comunque il diritto legale di usare quel Windows indicato dall'adesivo.
Poi fatemi un favore: scrivetemi a topone@pobox.com e raccontatemi la vostra esperienza. Raccontatela anche ai vostri amici e stimolateli a fare altrettanto. E' un po' come giocare alla lotteria: se non tentate, non vincete. Ma diversamente dalla lotteria, più siamo, più è facile vincere.
In bocca al lupo!
Una precisazione: in tutta l'avventura raccontata qui sotto non mi sono mai presentato come autore di libri o di articoli per riviste d'informatica, né ho fatto altro per distinguermi dall'utente medio. So bene che quando uno si presenta dicendo "Salve, sto scrivendo un articolo su di voi…" la musica cambia e si tira fuori il tappeto rosso. Naturalmente mi sono presentato con nome e cognome, ma si vede che non sono ancora abbastanza famoso da essere riconosciuto. Meglio così.
Altra precisazione: il mio caso riguarda Windows 98, ma vale anche (con qualche leggera variazione) per le altre versioni di Windows descritte sopra.
Dicevo, ecco com'è andata a me. E' giugno del 1999, e ho appena ritirato dal rivenditore (Vobis) il mio nuovo portatile Acer. Mi guardo bene dal dissigillare il manuale di Windows 98, che contiene il Certificate of Authenticity o Certificato di autenticità. Accendo il PC per la prima volta e mi trovo davanti la richiesta di accettare o rifiutare le condizioni di licenza. Noto che la mia copia di Windows 98 contiene il seguente paragrafo di licenza:
Qualora l'utente non intenda aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Licensing, Inc. ("MS") non sono disposti a concedere il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso, l'utente è tenuto ad astenersi dall'usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto non utilizzato a fronte del relativo rimborso del prezzo.
In un altro punto, che non cito per non tediarvi con altro legalese, il contratto specifica inoltre che con "il Produttore" si intende il produttore del computer, non quello di Windows.
Una cosa che mi colpisce subito è che se non si accettano le condizioni del contratto, si deve contattare il Produttore per chiedere come restituire il prodotto a fronte del relativo rimborso. E farlo "prontamente", mi raccomando. Altrimenti si sta violando il contratto. Attenzione: non è una facoltà, è un obbligo.
Di conseguenza, se non mi interessa la copia di Windows 98 che ho avuto insieme al PC, non posso limitarmi a non installarla. Devo contattare il Produttore per il rimborso. Incredibile.
Trascrivo diligentemente il paragrafo in questione, poi clicco in modo da rifiutare: l'installazione di Windows si ferma. Pertanto riavvio il PC da un mio disco di boot, riformattando il disco rigido e installando un altro Windows regolarmente acquistato a suo tempo e del quale ho quindi tutte le opportune licenze. Così inizio a lavorare con il mio nuovo PC e intanto proseguo l'iter per il rimborso.
Cerco di chiamare il servizio clienti Acer Italia (039-6842.266), ma è impossibile prendere la linea: è perennemente occupata, anche di notte. Tento via e-mail ben due volte, senza avere risposta.
L'8 luglio 1999 riesco finalmente a parlare con Acer Italia. Non certo perché il numero del servizio clienti si era "liberato", ma soltanto perché adotto un trucchetto: chiamo il centralino (039-6842.1) e mi lamento dell'impossibilità di contattare l'interno del servizio clienti.
Parlo con il signor Carozzi (telefono 039-6842.206), che inizialmente nega che esista la possibilità di richiedere il rimborso, sostenendo che Windows 98 è parte integrante del notebook e quindi non può essere oggetto di rimborso. Gli ribatto che il notebook funziona anche con altri sistemi operativi (Linux e MS-DOS), per cui Windows 98 non può essere considerato "parte integrante" indispensabile. E poi il contratto parla chiaro: il rimborso è previsto.
Il signor Carozzi pone poi un'altra lunga serie di obiezioni, che sono quelle descritte nella prima parte di questa pagina. Di fronte alla mia cortese ma ferma insistenza e al fatto che sono ben preparato a rispondere alle sue obiezioni, citando il contratto scritto dalla sua stessa azienda, il signor Carozzi è comunque corretto e si riserva di informarsi in dettaglio e di farmi sapere qualcosa. Ci scambiamo i rispettivi nomi e numeri di telefono.
In giornata il signor Carozzi mi conferma che il contratto prevede restituzione e rimborso e che sa che questa prassi è in uso in altri paesi, solo che in Italia nessuno ha mai richiesto ad Acer di applicare questa clausola del contratto. Cerca ancora di sostenere che Acer non c'entra, che è Microsoft che scrive questi contratti, ma io ribadisco che il contratto parla chiaro: il Produttore è Acer ed è Acer che va contattato per restituzione e rimborso.
D'accordo, ribatte Carozzi, ma non è una clausola che va per forza rispettata. Come? Secondo Acer, in Italia una delle due parti può scrivere un contratto e poi disinvoltamente venir meno a una delle sue condizioni? Chiedo se per caso questo criterio si applica per analogia anche alla condizione che vieta la copia del software, ma mi dice di no. Ma guarda un po'.
Strano che Acer possa decidere quali condizioni applicare e quali no, mentre al povero utente non resta che subire. Se io vengo meno a una condizione del contratto, sono un criminale; se vengono meno loro, niente?
Vista la situazione, gli chiedo di mettermi per iscritto questa stravagante posizione della Acer. Tuttavia, benché Carozzi sia disposto a violare disinvoltamente le condizioni del contratto a voce, quando si tratta di mettere nero su bianco la cosa si burocratizza: Acer Italia mi ritelefona in giornata, chiedendo una mia richiesta scritta, da mandare via fax alla Direzione Marketing, numero di fax 039-65.22.06.
Detto fatto: citando il loro contratto e le parole del sig. Carozzi, evidenzio che stanno venendo meno alle condizioni del loro stesso contratto d'acquisto e richiedo conferma scritta di questo fatto sorprendente. Chiedo comunque, a norma di legge, il rispetto delle condizioni di contratto e pertanto domando cortesemente informazioni sulle modalità per la restituzione e il rimborso del prodotto (Windows, non il laptop).
Passano ventuno giorni di silenzio. Così il 30 luglio 1999 spedisco un secondo fax di sollecito, un po' meno pacato del primo.
Il 24 agosto 1999, finalmente, ricevo la telefonata del sig. Massimo D'Angelo, direttore commerciale del settore notebook di Acer Italia (tel. 039-6842.339), che cortesemente mi spiega l'imbarazzo di Acer di fronte a questa norma del contratto e conferma la correttezza della mia posizione. Però, mi dice, Acer non è in grado di effettuare un rimborso in senso stretto, per via di paurose complicazioni fiscali e burocratiche (sulle quali non sto a cavillare; sono peraltro abbastanza credibili, visto il marasma legislativo italiano).
Come gesto di buona volontà, comunque, mi propone uno sconto di centomila lire sul prossimo acquisto, a titolo di rimborso, pur di chiudere la questione. In cambio mi chiede una liberatoria nella quale dichiaro di desistere dal chiedere ulteriormente il rispetto della norma di rimborso del contratto.
Devo riconoscere che l'atteggiamento di Acer, soprattutto durante quest'ultima telefonata, non è mai di ostilità o di disinteresse. Anzi, l'impressione che ne ho (anche grazie alle coloritissime osservazioni del direttore generale di Acer, che sento in sottofondo nella conversazione) è che Acer si sia trovata suo malgrado in questo pasticcio e non sappia come uscirne. Sta cercando disperatamente una via d'uscita e prega che nessun altro utente si faccia avanti con la mia stessa richiesta.
Fra l'altro, durante la telefonata emerge quanto paga Acer a Microsoft: sessanta dollari (circa 108.000 lire, 56 euro) per ogni copia di Windows che installa sui propri computer destinati alla vendita. Sessanta dollari che poi vengono fatti pagare a me e a voi, naturalmente.
Decido di accettare. Devo comunque acquistare una seconda batteria
per il mio portatile, per cui le centomila lire di sconto mi fanno più
che comodo. Certo non ripagano il tempo che ho speso dietro alla faccenda,
ma non l'ho fatto per i soldi: volevo provare in Italia le analoghe
esperienze coronate da successo in altri paesi, e l'ho fatto.
Fra l'altro, con la curiosa soluzione proposta da Acer, mi trovo con uno sconto di centomila lire senza dover restituire Windows. Per cui oltretutto ho una licenza in più che mi può sempre servire. Ma soprattutto ho dimostrato l'assurdità della situazione, che vede le case produttrici impreparate e ostaggi di un contratto-capestro imposto da Microsoft.
Quando ho raccontato questo episodio la prima volta in un articolo per Apogeonline, alcuni lettori hanno obiettato che questo non è un vero "rimborso", dato che non ho restituito Windows ma ho avuto uno sconto sul prodotto, e che a rimetterci non è stata Microsoft, ma Acer.
Sono d'accordo, ma soltanto fino a un certo punto.
Innanzi tutto, ho ottenuto lo sconto soltanto perché ho chiesto il rimborso di Windows e per nessun altro motivo. Quindi le centomila lire le ho risparmiate grazie alla clausola di restituzione.
Naturalmente avrei preferito ricevere un assegno da Bill Gates in persona, ma riflettete un attimo: io ho comperato da Acer un notebook contenente un Windows che a sua volta Acer ha comperato da Microsoft. Il mio fornitore, quindi, è Acer, non Microsoft. Come dicevo sopra, se compero una Fiat e le gomme sono difettose, chiedo il rimborso a Fiat, non a Pirelli. Quindi è giusto che il rimborso sia pagato da chi vende il prodotto finito, non dal suo subfornitore.
In terzo luogo, è grazie alla somma di tanti piccoli casi come il mio (presentato anche dal Codacons all'Antitrust italiano) che Microsoft ha ritenuto opportuno modificare le condizioni di licenza di Windows a favore del consumatore in Windows ME. E' grazie alla pressione collettiva degli utenti scontenti che adesso alcuni produttori offrono l'opzione di acquistare il computer senza Windows.
A prescindere da queste disquisizioni, quello che conta è che in determinate circostanze anche in Italia si può ottenere un rimborso per le copie inutilizzate di Windows. Ci vuole un po' di testardaggine, della quale io sono notoriamente ben dotato, ma alla fine ci si riesce.
Forza, adesso tocca a voi!
Qui raccolgo i casi di tentati (e purtroppo in gran parte falliti) rimborsi di Windows segnalatimi dai lettori. Scrivetemi a topone@pobox.com se volete aggiungere il vostro racconto.
Ricordate che prevenire è meglio che curare: se potete, comperate direttamente PC senza Windows preinstallato. Tribolerete molto meno.
Ricordate anche che ciascuna delle aziende citate qui si sta
comportando in modo scorretto e illegale. Dov'è la tanto sbandierata
tutela del consumatore?
Ecco il racconto del lettore:
"Circa un mese fa ho deciso di comprare
un Notebook Acer aspire, mi sono rivolto quindi al negoziante di fiducia
e lo ho ordinato, veniva fornito con XP. Nel frattempo, prima che arrivasse,
da un amico ho saputo del suo articolo sul rimborso, ho quindi tentato
di ottenerlo anche io in quanto avrei comunque installato linux ed eventualmente
win98 che avevo già acquistato."
"Arrivato il computer mi presentai in
negozio e chiesi se fosse stato possibile, menzionando il tratto di
licenza, ottenere il suddetto rimborso. Il negoziante restò stupefatto
(non ne sapeva niente e non sapeva come fare, e poi un mucchio di storie...)
e mi disse che avrebbe telefonato alla Acer. Mi ripresentai dopo due
giorni e mi disse che la Acer non attua questo tipo di promozione!!!
Nonostante le mie dimostranze in quanto non è una promozione ma un contratto
di licenza, decisi comunque di prendere il pc in quanto mi serviva piuttosto
urgentemente."
"Arrivato a casa mi accorsi che non solo la licenza era già stata accettata ma che vi erano stati anche installati diversi programmi e alcuni shareware (ovviamente non sono rimasto sconvolto da questo e probabilmente avrei dovuto dirlo all'atto dell'ordine ma non penso che sarebbe cambiato qualcosa...)."
Un lettore (nicgarga) racconta la propria disavventura:
"il 1/2/2003 acquisto a Lecco un Acer Aspire 1302xc presso Mediaworld. Ha installato Win XP Home ITA. Il contratto di licenza recita:
Il presente Contratto di Licenza con l'Utente Finale ("Contratto") è
un contratto intercorrente tra l'utente (una persona fisica o
giuridica) e il produttore ("Produttore") del computer o di un suo
componente ("HARDWARE") con il quale si è acquistato il prodotto o i
prodotti software Microsoft sopra indicati ("SOFTWARE").... Qualora
l'utente non accetti le condizioni del presente
Contratto, non potrà utilizzare o duplicare il SOFTWARE e dovrà
contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni sulla
restituzione del prodotto o dei prodotti non utilizzati in base alle
disposizioni stabilite dal Produttore stesso.
"Per curiosità mi fingo
di voler acquistare un nuovo pc, ma senza S.O. e contatto via mail la
Acer. Risposta:
-- non è previsto nessun rimborso;
--'inoltre il corretto funzionamento di un pc Acer è frutto di un ideale
connubio tra hardware e software, pertanto non si consiglia il cambio
del sistema operativo preistallato.'"
Dell ha rifiutato il rimborso a una società italiana, adducendo delle
"giustificazioni" davvero incredibili, persino per un avvocato azzeccagarbugli.
Le trovate raccontate presso http://www.freego.it/articles.php?show=4.
Al momento in cui scrivo, la società è tuttora in lite per ottenere
il rimborso. La vicenda ha avuto risonanza anche su Punto Informatico
(http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=37981).
Quanto starà costando a Dell questa figuraccia pubblica?
Sempre a proposito di Dell, un altro lettore racconta:
"Ho tentato inutilmente di ottenere il
rimborso di Windows ME dalla Dell ma non c'è stato niente da fare. Loro
sostengono che siccome l'ho ordinato me lo devo tenere. La cosa assurda
è che pur di non concedermi il rimborso sono arrivati a pagare un loro
avvocato e la relativa trasferta per venirmi a dire che non mi rimborsano
la licenza.
Gli è sicuramente costato di più di quanto io ho pagato il portatile.
Ho tentato di risolvere la questione prima in via informale con ripetute
richieste telefoniche ed email e poi rivolgendomi al Giudice di Pace
[...] Il risultato è che pur di non concedere il rimborso la Dell ha
pagato un avvocato di [città omessa da me per riservatezza -- Paolo]
perché venisse in trasferta a [altra città, distante centinaia di
chilometri, omessa sempre per riservatezza] a dirmi di no."
Asus ha perso un cliente:
un lettore mi scrive di aver tentato di acquistare un notebook Asus,
trovandovi preinstallato Windows ME, che però non gli serviva perché
lui usa Linux. Ha chiesto in negozio, prima dell'acquisto, se era previsto
il rimborso: il negoziante è caduto dalle nuvole e ha consultato la
sede centrale. Alcuni giorni dopo è arrivata la risposta: "non è
possibile" (nonostante sia scritto a chiare lettere nel contratto
di licenza).
Il lettore non ha mollato e ha segnalato per iscritto (via e-mail) che il loro è un comportamento illegale, citando la clausola e la conferma di Microsoft di questa prassi di rimborso, e concludendo che "non avendo né il tempo né la voglia di lottare per ciò che in realtà dovrebbe essermi garantito dalla legge, preferisco rivolgermi altrove."
Il rivenditore Asus ha risposto in questo modo, che cito testualmente
perché è un autentico capolavoro di sgrammaticatura, incoerenza e incomprensibilità
(le evidenziazioni in grassetto sono mie):
"In relazione alla Sua di seguito riportata Vorrei farle notare
come l'interpretazione della contratto di licenza di windows, sia
da interpretare, visto che è rappresentato un contratto standard
inserito sia nelle versioni complete, sia nelle OEM, sia nelle bundle.
Quest'ultima versione viene data a prescindere dal costo del notebook,
in questo caso Asus la allega come prodotto testato per il corretto
funzionamento della macchina, se qual'ora l'utente decidesse
di non usufruire di tale prodotto sarà sua responsabilità passare
ad altre versioni del sistema operativo, ma nè il rivenditore, nè
Asus, defalcheranno il costo di una cosa che è stata data in omaggio
con il notebook."
Non ho parole.
HW Sistemi (http://www.hwsistemi.it) di Torino è stata quasi altrettanto creativa nel rifiutare la richiesta di informazioni di un altro lettore, dicendo che la vendita di un computer (un portatile, in questo caso) senza software preinstallato sarebbe possibile soltanto se abbinata a un software alternativo (cosa invece del tutto falsa, anche se verrebbe voglia di chiedere loro "In tal caso vendetemi Linux"), e adducendo la solita scusa che il PC viene fornito già di un certificato di licenza Microsoft e quindi non si può vendere senza Windows. Risultato: il lettore non ha comperato il laptop.
Aggiornamento: il 7/12/2001 sono
stato contattato dal titolare dell'HW sistemi, che mi ha detto che si
attiverà "prendendo contatto con i distributori, i Brand e la stessa
Microsoft per attivare al più presto la corretta procedura di rimborso
per tutti i miei clienti che lo richiedono (sperando che questi colossi
siano celeri e sopratutto disponibili a comunicarmi le corrette informazioni)"
e che mi terrà informato sugli sviluppi della questione. Non si è più
fatto vivo.
Un lettore ("fveglio") mi riferisce di aver acquistato a gennaio
2002 un portatile Compaq Presario 701EA, con Windows XP Home, Word
2000, Works 2000 e Symantec Norton Internet Security. La sua intenzione
era di tenere Windows ma restituire Word e Works, come previsto dalla
relativa licenza.
Contattando il numero dell'assistenza clienti Compaq (02-66188888), gli è stato detto che se non desiderava utilizzare il software (avendo precisato che si trattava di Word e Works, non di Windows) poteva restituire l'intero computer e sarebbe stato rimborsato. Nel contratto di licenza del lettore, Compaq ha interpretato "prodotto" come tutto il computer, mentre in realtà il preambolo della licenza specifica chiaramente che per "prodotto" si intende il software.
A marzo 2003 sono stati rimborsati
275 euro per Windows XP. Un lettore, che mi ha chiesto di essere
identificato soltanto come "Ferdinando",
ha ottenuto uno sconto di ben 275 euro per aver chiesto di far valere
la clausola di rimborso presente nella licenza del Windows XP preinstallato
che Toshiba gli imponeva di acquistare insieme al portatile. Il rimborso
di Windows, dunque, si può fare anche con XP, e il risparmio è davvero
notevole, anche se non è facile ottenerlo. Il lettore racconta:
"...mi sono recato al negozio Vobis di Crema (CR) per ordinare un notebook Toshiba Satellite 5200-801. Al momento dell'ordine ho fatto presente che alla consegna avrei chiesto il rispetto della clausola di Windows XP Home sul rimborso, poichè intendo installare sul notebook la distribuzione linux SuSE 8.1."
"Il negoziante mi ha detto che dovevo rivolgermi alla Toshiba, ma io, scusandomi perchè gli stavo incasinando la vita, gli ho fatto leggere la licenza stampata da internet. A questo punto lui ha contattato la sede (?) e mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere, scusandosi e dicendomi che sa che 'la licenza di Windows XP prevede questo, ma che è la prima volta che capita e loro non sanno come fare'. Dopo poche ore mi ha telefonato e mi ha detto che avrei avuto un rimborso di circa 50 o 120 (!!) euro, che sarebbero stati stornati al momento della fattura. Lui però avrebbe dovuto staccare il famoso bollino dal fondo del notebook, in quanto 'la microsoft gli ha detto che è il bollino a fare testo sulla validità di una licenza o meno'."
L'agguerritissimo Ferdinando
non ha tentennato.
"Io mi sono opposto, dicendo che il bollino è pensato per rimanere incollato tenacemente e al tentativo di stacco avrebbe rovinato la carrozzeria del portatile. Lui ha ribadito che è obbligato a restituire il bollino alla Microsoft per avere a sua volta il rimborso e mi ha garantito che, in caso di danni, avrebbero ulteriormente abbassato il prezzo per 'danni estetici che non pregiudicano il funzionamento', ma io avrei dovuto firmare un foglio nel quale attesto che ho ricevuto il notebook perfettamente funzionante anche se graffiato sul fondo."
Dopo un ulteriore cordiale battibecco col rivenditore
sulla possibilità di farsi rimborsare anche la licenza di Works Suite
2002 (anche quello acquistato obbligatoriamente insieme al computer),
il lettore ha ottenuto
"un rimborso di 50 euro per Windows XP, di 25 per Works e di altri 200 perchè il bollino ha rovinato la carrozzeria del portatile."
Ferdinando loda la correttezza e disponibilità del negoziante e di Toshiba
e commenta che
"è
difficilissimo far valere i propri diritti. Io stesso, se non avessi
trovato un negoziante gentile, avrei rinunciato a combattere per mancanza
di tempo e perchè ad ogni telefonata salta fuori qualche novità che
cambia le carte in tavola."
Si tratta, soprattutto per il negoziante, di un gradevole rispetto
della legge purtroppo poco diffuso, come testimonia il lettore:
"due giorni prima di rivolgermi alla Vobis di Crema mi ero rivolto alla Vobis di Cassano d'Adda (MI), chiedendo la stessa cosa. Lì mi avevano detto che Toshiba NON rimborsa Windows e, alla mia obiezione 'ma la licenza Microsoft non c'entra con Toshiba', mi hanno risposto che non è obbligatorio seguire tutte le clausole... Al che me ne sono andato, chiedendo se potevo non seguire la clausola che proibisce la duplicazione, comprare un gioco da loro e poi venderlo masterizzato davanti alla loro sede... Ma mi hanno risposto (pensa un po') di no."
Farsi rimborsare Windows XP, insomma, si può anche
in Italia. Ora sapete dove. Non voglio fare pubblicità gratuita a marche
e catene di negozi, ma è anche giusto che chi aiuta il consumatore nell'esercizio
dei propri diritti (perché il rimborso
di Windows preinstallato è un diritto) sia segnalato per la sua
onestà, così come viene additato chi invece quei diritti li calpesta
disinvoltamente.
Un lettore è riuscito a farsi rimborsare (o meglio, scontare) 120 euro da Dell. Potete leggere la sua storia e il mio articolo.
Un rivenditore (lpasnc) mi ha segnalato una ulteriore possibilità di rimborso, applicabile se Windows si rifiuta di funzionare sul computer. Secondo il suo racconto, se Windows dà problemi (cosa che capita abbastanza spesso, anche su computer dichiarati compatibili con Windows), si chiede al supporto tecnico di Microsoft di risolverli. Se dopo ripetuti tentativi il problema non è risolvibile, Microsoft getta la spugna e propone all'acquirente di effettuare un reso per ottenere il rimborso, mandandogli a casa un apposito modulo da presentare al rivenditore, dal quale si ottiene il rimborso.
Il caso segnalato riguarda Windows ME, acquistato in versione Retail (cioè separatamente dal PC). Il computer del lettore si riavviava da solo in momenti casuali e senza motivo apparente (non era un problema hardware, perché la stessa macchina funzionava correttamente sotto Windows 98SE). Dopo tre settimane di prove e discussioni con il supporto tecnico Microsoft senza che il problema si risolvesse, il supporto tecnico ha deciso di proporre al lettore di restituire il prodotto. Il lettore ha accettato, e dopo qualche giorno gli è arrivato il modulo Microsoft per richiedere il reso. Il lettore ha compilato e rispedito il modulo a Microsoft, che gliel'ha restituito accettando (ovviamente) la motivazione del reso. A questo punto il lettore è andato dal fornitore dal quale aveva acquistato Windows ME e ha ottenuto il rimborso, non senza difficoltà perché il fornitore non era al corrente della prassi di rimborso.
Devo sottolineare che nel caso del lettore non si tratta di Windows preinstallato, ma di Windows acquistato a parte, per cui il metodo potrebbe non valere anche per le preinstallazioni. Tuttavia è interessante notare che Microsoft stessa propone il rimborso se non riesce a venire a capo del problema di funzionamento di Windows.
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